I 5 si di UDI Genova per le donne: riflessioni in appoggio ai 5 referendum di giugno 2025.

Le deprecate norme del Jobs Act, di cui ricorre ormai il decennale, e quella sui tempi biblici per ottenere la cittadinanza, hanno un impatto più grave verso le donne. Le rendono ricattabili, deboli, dipendenti, insicure, ancora più povere rispetto all’ingiustificabile divario retributivo, ricacciate nei ruoli di cura gratuita.
I ricatti più probabili riguardano l’acquiescenza a molestie e violenze, per niente rare per quanto sommerse. La perdita del lavoro, o la precarietà, espongono a ricattabilità anche in famiglia, obbligando a sopportare situazioni di violenza o sopraffazione, soprattutto per responsabilità verso i figli. L’assenza di indipendenza economica certa condiziona le scelte di vita e le ambizioni personali.
La maternità, a causa della facile licenziabilità e dell’uso massiccio dei contratti a termine privi di causale, non viene tutelata, vanificando le lotte politiche, sindacali e femministe degli anni ’70. E’ di fatto inutilizzabile la legge 104. Le malattie gravi ed oncologiche mettono a rischio la sopravvivenza anche economica. Perfino le eventuali coperture sanitarie integrative cessano bruscamente, in una situazione di carenza drammatica delle prestazioni pubbliche.
Una gabbia per le donne extracomunitarie non indipendenti economicamente è anche il termine decennale per ottenere la cittadinanza, che darebbe loro più diritti nei confronti di situazioni di abuso familiare, anche per la tutela dei figli, spesso utilizzati come ostaggio dai patriarchi.

L’autonomia economica è essenziale per garantire alle donne quella personale, anche se non sufficiente in assenza di ausili per sollevarle dalla condanna dei lavori di cura a titolo gratuito.
Le competenze, le eccellenze e le doti delle donne, spesso più qualificate e volonterose, vanno valorizzate, nell’interesse generale, e non umiliate e sacrificate per convenienza miope del sistema ancora arroccato su privilegi e sfruttamento. I sistemi di deterrenza contro le sopraffazioni vanno amplificati, non ridotti all’inutilità.
E’ ormai evidente che lo scopo di favorire le assunzioni , dichiarato dieci anni fa con la sterilizzazione dell’art.18 dello Statuto dei Lavoratori , non è stato affatto raggiunto; i datori di lavoro continuano a prediligere i facili contratti a termine, anche per rintuzzare la rilevanza dei sindacati, dei contratti collettivi ed il rispetto delle regole superstiti. In Liguria, infatti, nel 2024 solo l’11% delle assunzioni risulta a tempo indeterminato, e perfino l’apprendistato ha avuto un calo notevole.
Aver abbassato il rischio per i datori di lavoro non è bastato a convincerli ad assumere correttamente, mentre l’unico risultato , fallimentare perfino per l’economia, è stato l’abbassamento delle tutele e le garanzie di lavoratrici e lavoratori.

Come UDI GENOVA invitiamo quindi caldamente soprattutto le donne a recarsi in massa ai seggi, e preferire il SI ai 5 quesiti referendari l’8 e 9 giugno 2025, ringraziando CGIL di essersi resa parte attiva in questa iniziativa.